Oman3

Pubblicato il 16 aprile 2025 alle ore 23:09

Terzo giretto in Oman alla ricerca di chicche e itinerari poco battuti. Partiamo il 16 aprile solo io e Betty per una vacanza tranquilla all'insegna del relax e scoperte.  Questa volta optiamo per un volo notturno da Bergamo, cosi da essere già la mattina a Dubai, ritirare il nostro Toyota 78 dal park storage e partire subito. 

Il volo notturno non è semplice, non si dorme cosi bene nonostante la scelta dei posti XL, ma siamo gasati dalla vacanza che la stanchezza è in secondo piano 

Alle 9 di mattina siamo già in viaggio verso il confine Omanita, decidiamo di fare la dogana più a sud vicino al mare e in meno di un ora siamo in Oman. Troviamo un caldo anomalo per la stagione quindi optiamo per una notte in spiaggia dove la brezza marina ci allieta il sonno.

In questo periodo il sole sorge presto, alle 5:30 già ci illumina , quindi ci si sveglia presto e  dopo un ora siamo già in viaggio verso  il BARR ALHIKMAN una  zona sul mare caratterizzata da sabbia bianchissima e da  laghi salati all'interno. Si può viaggiare sul bagnasciuga quando c'è la bassa marea, gomme sgonfie e via entriamo nella zona del Barr da sud. Incontriamo dei villaggi di pescatori, e purtroppo tanta sporcizia lungo le coste , moltissime bottiglie di plastica, tanti detriti portati dal mare. Rimaniamo male nel vedere un luogo cosi incantevole, all'apparenza incontaminato, sporco e lasciato andare. Sicuro che il mare restituisce alla terra quello che l'uomo butta , ma rimane un mistero la miriadi di bottiglie di plastica che si incontrano 

Puntiamo in un luogo dove è possibile campeggiare e pare pulito , il Lampa Camp. E' una penisola circondata su due lati dal mare arabico ma mentre viaggiamo sul bagnasciuga un calamaro gigante spiaggiato ci interrompe la corsa.  Riuscita a raggirarlo arriviamo al Lampa Camp. Chiediamo se possiamo campeggiare liberamente  e se possibile cenare, ci viene detto di metterci dove ci pare e che la cena sarà servita alle 20:30, senza specificare cosa. Ci accampiamo tra le dune di sabbia bianca dopo aver girellato un pò la zona 

Passiamo il pomeriggio a  goderci la zona, a nuotare in acque azzurre e cristalline, qualche omanita fa Kite surf visto il forte vento . La struttura principale del Lampa Camp è una sorte di palafitta in riva al mare, molto spartana ma altrettanto affascinate, su di un lato uno scheletro di balena ricostruito . Disseminate qua e la tende e bungalow a palafitta per i turisti, in effetti non siamo gli unici turisti, ci sono degli spagnoli con i fuoristrada a noleggio. Il posto è pulito , curato , mi piace molto.

La sera ceniamo con tutto il gruppo, cena a buffet senza alcun formalismo , spiedini  di carne, qualche salsa e focacette ripiene di carne. 

La mattina sveglia all'alba , la marea è bassissima, ed è impossibile nuotare se non dopo una lunga camminata verso il mare. Partiamo in direzione nord est circurnavigando la costa sfruttando la bassa mare  e facendo attenzione a non schiacciare i granchi che popolano il bagnasciuga, ma sono piuttosto veloci a scappare. 

Ben presto ci accorgiamo che qualche lago salato è sul nostro percorso e la sabbia diventa cedevole da destare preoccupazione. Memore delle precendeti esperienze nel chot el jerid tunisino preferiamo allontanarci da questa zona spingendosi all'interno ma incontriamo altre zone simili che non ci lasciano scampo. Vediamo delle tracce fresche che hanno attraversato le lingue di sabbia e sale cosi ci fidiamo seguendo queste tracce a velocità di galleggiamento . Passiamo sempre indenni senza mai insabbiarci ma l'auto è piena di sale sin sopra il tetto. La cosa mi preoccupa perchè quel sale è fortemente corrosivo , potrebbe rovinare delle tenute importanti di organi vitali quindi sono ansioso di lavare il toyota. 

Sbucati su asfalto ci dirigiamo verso il primo villaggio ma nessuna pompa di acqua per lavare il maledetto sale, la calura imperversa e  il toyota sempre un branzino sotto sale per quanto nel ha addosso 

Arrivati a Port Shannah per dirigerci verso l'isola Masirah . Questa è un isola lunga 65km e larga 15 situata nell'Oceano  Indiano, ricca di pescatori. 

L'isola ebbe un ruolo cruciale durante la seconda guerra mondiale perchè ospitò i velivoli della RAF . 

Arrivati al porto chiediamo come si fa ad arrivare sull'isola, sappiamo che cè un traghetto ma non gli orari e costi. Un locale ci ragguaglia sulle diverse possibilità, la prima utilizzando il traghetto governativo che salperà in serata il secondo con traghetto privato portacargo, che parte quando pieno. Notiamo un camion fare manovra per salire su un traghetto cargo, cosi ci accodiamo.  Il comandante mi invita a salire, non mi dice il costo, da li a poco arriverà un altro pescatore e il traghetto parte alla volta dell'isola .

L'equipaggio e i pochi autisti dei camion si mettono a dormire in una sala comune, sono per la maggiorate pakistani e bengalesi, mentre il comandante da solo guida il traghetto verso l'isola , nessuno parla e sembra una routine quotidiana. 

Dopo circa 1ora e mezza arrivati in porto tutti svegli e ai propri posti, il capitano passa a raccogliere i soldi , ci chiede l'equivalente di 20 euro. 

Sbarcati sull'isola mi metto subito alla ricerca di un autolavaggio per togliere il sale , troviamo dei ragazzi pachistani che stanno per chiudere ma vedendo l'auto capiscono la situazione e ci lavano il Toyota.   SI fa l'ora di pranzo e seguiamo il consigli odi Andrea che ci è stato una settimana fa sull'isola, cita un ristorante yemenita con dell'ottimo pesce, Trovato subito il ristorante ci viene offerta l'aragosta pescata questa mattina, il ristorante è modesto e pieno di gente locale, cosi ci fidiamo e mangiamo un ottima aragosta cotta ai ferri, 1  a testa per 30€ in totale, super 

Il pomeriggio iniziamo a perlustrale l'isola facendo delle piste interne e lungo la costa, c'è pochissima gente in giro al di fuori della città. L'ambiente è surreale, nessun albero, non c'è traccia del colore verde, solo sabbia bianca delle spiagge e il marrone grigio delle collinette . non ci sono alberi. 

Trovata una spiaggi con degli scogli faccia campo e ci mettiamo a giocare con gli innumerevoli granchi lungo la spiaggia. il vento è molto forte e ci costringe a cenare in  in auto . 

La mattina seguente completiamo il giro dell'isola, calando il vento riuscito a fare qualche bagno nelle acque color turchese. Ritorniamo nel ristorante yemenita per una seconda aragosta e prendiamo un traghetto di ritorno . In questa occasione Incontriamo due australiani overlander con papero passo corto , ci intratteniamo con loro durante l'attraversata per fare due chiacchiere e scambiaci informazioni. 

Sbarcati sulla terraferma siamo a due passi dal Whabi Sand e quale occasione migliore per fare un nuovo giro tra le dune. Passiamo la notte dietro una grossa duna per sfuggire all'umidità del mare. 

 

 

.


Aggiungi commento

Commenti

Non ci sono ancora commenti.

Crea il tuo sito web con Webador