Iran

Pubblicato il 11 agosto 2023 alle ore 08:00

Appena varcato il cancello della dogana iraniana un poliziotto mi invita a fermare il mezzo, e ci fa scendere, apre tutte le porte del Toyota e scruta per bene, mi svuota gli zaini, apre i cassetti,  guarda nel cofano motore , nel frigo. Mi chiede se ho alcool , droga o armi. Nel frattempo Simone e Stefano sono dentro anche loro , altri poliziotti fanno la stessa cosa con le loro auto. C'è molto movimento e casino, le macchine sono aperte e tanta gente intorno, ci vogliono mille occhi per tenere d'occhio tutto

Un doganiera mi invita a dargli passaporto, visto e carnet e subito si avvicina un ragazzo che ci chiede  se vogliamo cambiare i soldi e fare l'assicurazione, contrattiamo con il ragazzo l'assicurazione che chiede 50€ a macchina  per  20 giorni , accettiamo anche se un pò caro, ma speriamo di velocizzare la cosa, è sveglio e parla con i doganieri, subito lui dice ai doganieri che sono 4 toyota benzina evitando la tessera diesel di 400€ per i toyota 120 diesel di Simone. 

Ad un certo  punto sentiamo delle urla e vedo un poliziotto con in mano una bottiglia di Ferrari brut trovata nell'auto di Simone. Il poliziotto la alza come fosse un trofeo, qualcuno di noi dice di aprirla e berla ...era in frigo . Subito altri poliziotti arrivano a vedere di cosa si tratti e fanno spostare l'auto di Simone dalle nostre e penso tra me e me ora lo cacciano fuori e torna a casa..

Nel mentre i nostri carnet e i passaporti finiscono in un ufficio e  facciamo la conoscenza di un motociclista tedesco i cui documenti finiscono con i nostri. Il tedesco ha assistito al ritrovamento della bottiglia e ci racconta di gente ferma da giorni in dogana per tali motivi

Simone viene invitato a seguire dei poliziotti e non lo vediamo più. Dopo poco più di un ora ci ridanno i passaporti dicendoci che dobbiamo aspettare i carnet , chiediamo notizie di Simone ma nulla, proviamo a chiamarlo ma il telefono è spento . 

Dopo un altra ora e mezza ci portano i carnet timbrati, le assicurazioni e ci fanno uscire, ma manca Simone, chiediamo spiegazioni e ci viene detto che è in caserma in stato di fermo  al paese poco più avanti.

Chiediamo aiuto al ragazzo che ci ha assistito e pare sia disposto ad accompagnarci , quindi prendiamo i toyota e andiamo  alla caserma, Il ragazzo si fa in quattro, gli promettiamo un compenso cosi parla con i militari ma si scopre che Simone è in un altra caserma. Raggiungiamo l'altra caserma allontanandoci sempre più dalla dogana ma  apprendiamo che è stato riportato in dogana. Non sappiamo se gli daranno il permesso di entrare oppure no.

Sta sopraggiungendo il buio quindi stabilito dove fare campo nei pressi di un lago ci dividiamo scambiandoci il wp 

Stefano insieme al ragazzo torna in dogana , mentre noi procediamo sulle montagne alla ricerca del wp.

Subito la strada si inerpica  in montagna, presto abbandoniamo l’asfalto per una pista piuttosto scorrevole, non c’è in giro  nessuno, è buio  e arriviamo in tarda serata al wp dove troviamo un grosso spazio e pare un lago. L’oscurità non ci permette di vedere tanto il luogo ma si notano dei focolai spenti segno che qualcuno ci ha campeggiato 

Dopo qualche ora Stefano e Simone arrivano al campo e il gruppo si ricompone. 

Simone ci racconta dell’accaduto: dopo il ritrovamento della bottiglia di spumante viene messo sul cassone di un pick-up militare  e portato in una caserma dove avrebbe dovuto sottoporsi a colloqui con in giudice. Il giudice non si trova, sono le 1630 del  pomeriggio e pare sia già a casa, quindi altra caserma finche viene ricevuto da un giudice. Affronta un colloquio amichevole non certo accusatorio tale da preoccuparsi. Gli spiegano che è vietato il consumo e l’importazione di alcolici , ma Simone spiega brillantemente che sapeva il divieto in alcune aree geografiche mussulmane, anche se non in tutte, vedi la Turchia appena passata, e che quella bottiglia voleva essere un brindisi quando saremmo arrivati a fine tappa , comunque capisce le regole del paese e gli dice che possono anche tenerla, Il giudice riunisce la truppa nel piazzale e rompe la bottiglia davanti a tutti. A Simone vengono fatte firmane un mucchio di scartoffie in arabo, gli viene spiegato che non è in arresto e che sarà sorvegliato durante la permanenza in Iran e che se verrà beccato ancora con alcool sarà espulso 

Viene riaccompagnato in dogana cosi finite le pratiche gli viene dato il permesso di entrare.

Le donne  in Iran di qualunque etnia o religione , devono coprirsi il capo con velo , non mettere vestiti corti che lasciano intravedere le gambe e per gli uomini sono vietati i calzoni corti, ci adattiamo al vestiario.

L’indomani  con la luce scopriamo che ci troviamo in un posto stupendo: Mazra`eh  nella provincia ovest dell’ Azerbaijan  iraniano , un lago ci fa da sfondo a colazione.

Il giro prosegue lungo le strade sterrate verso sud sino a ritrovare una strada asfaltata comoda e veloce. Abbiamo appuntamento con un tizio a Esfahan dell’agenzia Tap Persia per avere ragguagli sul traghetto nello stretto di Hormuz per portare l’auto sulla penisola arabica.

Un viaggio on the road attraverso villaggi e città, l’Iran in questa zona è un altopiano con elevazione sempre oltre i 1500m slm, non fa mai troppo caldo e  il traffico è caotico solo nelle città .

I nostri LC 78 sono tutti a benzina, mentre il LC 120 di Simone è diesel, non abbiamo la tessera diesel quindi nei distributori chiediamo ai camionisti che sempre riempiono il toyota di Simone in cambio di formaggio grana, oppure Simone paga direttamente il camionista. Costa pochissimo : 0,16€ la benzina e 0,30€ il gasolio. 

Arriviamo a Esfahan nei tempi previsti e senza intoppi, cerchiamo un albergo comodo e con un parcheggio per lasciare le auto almeno per due giorni, alloggiamo al Parsian Kowsar Hotel proprio nei pressi nel ponte  Si-o-se Pol sul fiume  Zayandeh

La città è stupenda, presenta una piazza enorme lunga 512m e larga 163m chiamata Naqsh-e Jahan, l’architettura è diversa da tutti i paesi islamici girati sino ad ora, le moschee sono rivestite tutte da piastrelle  blu azzurro, è possibile entrare in tutte le moschee nei momenti dove non ce’è la preghiera, è una città che si gira facilmente a piedi. 

Esfahan nesf-e jahan , “Isfahan è la metà del mondo”. Robert Byron classificò Esfahan tra quei rari luoghi, come Atene o Roma, in cui l’umanità trova comune sollievo . Ad ispirarlo la maestosità della piazza  Naqsh-e Jahan che significa ‘Modello del mondo’, un mondo ideale vicino alla visione dello scià Abbas il Grande. Siamo pienamente d'accordo con la definizione , gli iraniani ci accolgono bene, ci salutano e ci chiedono da dove veniamo. Nella piazza solo qualche turista giapponese.

Nel nostro peregrinare incontriamo un Iraniano che parla molto bene italiano, scambiamo qualche chiacchiera e ci aiuta a cambiare i soldi,  decidendoci di evitare le banche, Qualche telefonata e ben presto un suo amico ci cambia gli euro.

Raggiungiamo l’ufficio di Tap Persia dove riusciamo a fare i biglietti passeggeri per il nostro traghetto pagati 98€ a persona con il pasto, mentre per le auto ci viene detto di fare il biglietto in porto e ci da il contatto di un tizio che ci aiuterà a Bandar Abbas. 

Rimaniamo  a Esfahan altri due giorni a visita,  da non perdere il quartiero armeno. La gente è molto cordiale e giovani sono entusiasti ma al tempo stesso stupiti nel vedere Alice nostra figlia girovagare, fanno domande sono curiosi.

Proseguiamo il nostro giro on the road verso Persepoli dove è facile fare campo fuori dall’antica città. La visita ci prende tutta la giornata , Il suo nome deriva dal greco antico e significa “città di Persia” e ci perdiamo nella storia. 

Prossima tappa Kerman , verso est e ci arriviamo attraversando diverse catene montuose

Kerman centro commerciale e di manifatture tessili e di lavorazione artigianale dell’argento e dell’ottone. Ha miniere di carbone e di ferro. Fu nota per la produzione, tra il 16° e il 18° sec., di stoffe, ceramiche e tappeti. Tipici i tappeti ‘figurati’ rappresentati serpenti , leoni o fiori. 

Troviamo un hotel che fa al caso nostro con un parcheggio interno l'Akhavan Hotel. Il padrone molto gentile  parlando bene in inglese, ci fornisce alcune informazioni sulla città. La sera la passiamo a cercare un ristorante, impresa in apparenza facile ma ben presto ci accorgiamo che ci sono solo fast food oppure non ci capiscono. Girovagando a piedi incontriamo dei ragazzi che ci offrono il loro aiuto portandoci in un ristorante tipico popolato da famiglie. Siamo accolti con entusiasmo e si fanno in quattro per servirci la cena, ci viene servita della carne con riso e diverse verdure, birra analcolica il tutto ad un prezzo di 1,7€ a testa. 

L'indomani visita della città e del suok. Troviamo una cittadina ospitale , molti ragazzi giovani , caffè e locali interessanti.

Siamo alle porte del desert Lut e quale occasione migliore per farci un giretto? Ci portiamo ancora verso est e ben presto iniziamo a scendere dall'altopiano, in poco tempo passiamo da oltre 1400m slm a 300 m nel villaggio di Kashit e la temperatura inizia a salire. Ci ritroviamo a 40gradi nel pieno del villaggio, non c'è anima viva. Facciamo qualche provvista nel paese prima di affrontare il desert Lut, costa tutto pochissimo e la comunicazione è veramente difficile. La parte antica di Kashit sembra sciogliersi alle prime piogge, sono costruzioni di fango e paglia, bello il castello. Usciti dal villaggio prendiamo una pista ben battuta ma ci accorgiamo che non ha una direzione ottimale quindi puntiamo le dune  in fuori pista e tagliamo nel deserto di fango secco. Il terreno è duro, spesso ci troviamo solchi profondi  e larghi invalicabili . Procediamo lentamente e raggiriamo i solchi , il terreno è duro ma pieno di zolle di fango molto dure che non si rompono nemmeno sotto il peso delle auto, non ci sono tracce, sembra che la zona sia stata alluvionata creando solchi e zolle e poi improvvisamente solidificata , ma comunque riusciamo a trovare un posto dove far campo e  la temperatura scende in un attimo, si dorme bene 

Sveglia all'alba , abbiamo il timore di temperatura alte quindi vogliamo sfruttare la frescura della mattina, cosi alle 6 siamo già in moto e iniziamo ad affrontare qualche duna, i passaggi sono semplici ed evitiamo di metterci nei casini, quindi procediamo verso sud ovest puntando la cittadina di Bam. Raggiungiamo la temperatura di 43 gradi.

Usciti dal deserto ci dirigiamo a Bandar Abbas, fatichiamo a trovare benzina che ci viene contingentata dai distributori, ci fanno capire che il governo limita la distribuzione di carburante in questa zona a sud del paese , cosi ci danno 60 litri  per volta e per auto. Simone prosegue i suoi rifornimenti dai camionisti in cambio di parmiggiano reggiano che viene molto apprezzato.

Durante un campo serale veniamo raggiunti da alcune persone che ci offrono ospitalità, addirittura ci vogliono far dormire nella scuola del paese. Rifiutiamo e gli diciamo che preferiamo dormire sotto le stelle e il tizio addirittura ci da il suo numero di telefono dicendoci di contattarlo in caso di bisogno. 

Arrivati a Bandar Abbas siamo accolti da un umidità pazzesca , fortuna che abbiamo previsto la sosta in hotel perchè non si riuscirebbe a dormire fuori, Pernottiamo all 'Homa hotel dove incontriamo i nostri contatti per il traghetto, due ragazze molto gentili . 

Andiamo direttamente al porto perchè l'indomani avremmo il traghetto e bisogna  sistemare le auto in dogana al porto. Facciamo la conoscenza di Morteza  della compagnia  di navigazione .

Appena vede le auto ci dice che la porta di ingresso del traghetto è 220cm quindi dobbiamo smontare tutto quello che abbiamo sul tetto , ci mettiamo a 42gradi con il 80 % di umidità a smontare tutto poi iniziamo a fare le formalità doganali dell'auto. Ho perso il conto degli uffici che abbiamo girato, uffici con aria condizionata a 16gradi. Dopo poco più di due ore ci fanno mettere le auto in un magazzino pronte per essere imbarcate , paghiamo il biglietto traghetto 500€ a macchina per 8ore di trasporto , comprese mance 

Morteza ci riporta pure in albergo e passiamo la serata in un ottimo ristorante locale 

La mattina tutti al porto , il traghetto partirà alle 10, Si presenta Morteza con i carnet timbrati e facciamo dogana. Un attimo di imbarazzo perchè pare che non possiamo guidare noi le auto dal magazzino al traghetto, servono degli autisti professionisti, ma non si trovano, sembra che siano impegnati in altri carichi , quindi ci danno il benestare a caricare le auto, Procediamo lenti nel porto sino ad un traghetto che all'apparenza sembra piccolo per far trasportare 4  fuoristrada. 

Arrivati alla porta di ingresso ci sorge il dubbio che non ci passiamo, cosi misuriamo l'altezza, c'è un gancio rosso proprio nel passaggio e misura meno di 216cm. Sgonfiamo le gomme a 0,3bar e proviamo a far salire Johnny in retro ma tocca il maledetto gancio, quindi lo facciamo salire in avanti e tutte le persone sulle pedane a comprimere gli ammortizzatori cosi riusciamo a farci stare le 4 toyota. Nelle manovre facciamo la conoscenza di due omaniti che stanno tornado a casa in moto da un giro a capo nord. 

Il traghetto parte verso le 12, viaggio tranquillo e comodo, è semivuoto , nel tragitto facciamo la conoscenza dei due omaniti scambiandoci i contatti .

Arrivano in serata verso le 8 pm a Sharja, subito scendiamo nel box per tirare fuori le auto , appena fuori dal porto veniamo individuati da un corrispondente della compagnia di navigazione che ci chiede 120$ per le auto, dice per gestione delle auto nel porto. Cerchiamo di contrattare ma ci spara 140€, quindi optiamo per  i 120$, gonfiate le gomme parcheggiamo i toyota in un recinto sottochiave. 

Svolte le formalità doganali alle persone ci dicono che domai riavremo le auto e ci scortano in albergo che abbiamo prenotato appena attraccati. 

L'indomani tutta mattina al porto per riavere le auto, timbro del carnet, e finalmente possiamo uscire dal porto. 

Passiamo 2  giorni a Dubai , dove facciamo i tagliandi alle auto da meccanici bengalesi, una sorta di officina comune dove ci sono pochi ferri comuni e molti meccanici, compriamo l'olio e i filtri in un negozio e i bengalesi fanno il lavoro. Ora dobbiamo trovare un posto dove lasciare le auto sino alla prossima tappa, prima chiediamo in albergo ma ci chiede 15€ al giorno, poi sentiamo uno spedizioniere locale con base a Dubai, Facciamo la conoscenza di Lira, una manager che lavora da questo spedizioniere internazionale e ci accordiamo per 3€ al giorno , parcheggiamo le auto di fronte al suo ufficio e l'indomani prendiamo l'aereo per l'Italia con la mente già alla prossima tappa. 

Km percorsi in totale dall'Italia 7500. Iran stupendo peccato esserci stato cosi poco, vorrei ritornarci , chissà ...

 

 


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